L’anima mia è assetata di Dio, dell’Iddio vivente: Quando verrò e comparirò al cospetto di Dio? – Le mie lacrime son diventate il mio cibo giorno e notte, da che mi van dicendo del continuo: Dov’è il tuo Dio? – Non posso non ricordar, con profonda commozione il tempo in cui procedevo con la folla e la guidavo alla casa di Dio, tra i canti di giubilo e di lode d’una moltitudine in festa. – Perché t’abbatti anima mia? Perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perch’io lo celebrerò ancora; – Egli è la mia salvezza e il mio Dio. – L’anima mia è abbattuta in me; perciò io ripenso a Te dal paese del Giordano, dai monti dell’Hermon, dal monte Mitsar. – Un abisso chiama un altro abisso al rumore delle tue cascate; tutte le tue onde ed i tuoi flutti mi son passati addosso. – L’Eterno, di giorno, mandava la sua benignità, e la notte erano meco i suoi cantici, la preghiera all’Iddio della mia vita. – Io dirò a Dio, ch’è la mia rocca: Perché mi hai dimenticato? Perché vo io vestito a bruno per l’oppressione del nemico? – Trafiggendomi le ossa, i miei nemici mi fanno onta dicendomi continuamente: Dov’è il tuo Dio? – Perché t’abbatti anima mia? perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; Egli è la mia salvezza e il mio Dio”. – Salmo 42
Considerazioni generali
Ciò che ci prefiggiamo con questo studio non è l’analisi della depressione così come la psicanalisi ce la presenta, non è questo il nostro scopo e neppure avremmo le competenze per affrontare un tale argomento da questo punto di vista. Quello che ci preme è invece capire lo scoraggiamento il disorientamento e l’infelicità che colgono i credenti per brevi o lunghi periodi nel corso della loro vita. Come il Salmo 42 ci dimostra, non è vero che il credente sia esente dall’afflizione o dalla depressione spirituale. Essa è infatti strettamente correlata, come avremo modo di vedere ampiamente, alla fede. Per questo sin dalle prime pagine vogliamo sottolineare che lo studio affronterà lo scoraggiamento, l’afflizione, il turbamento. l’angoscia e tutti quelle condizioni spirituali che sono però correlate con “il buon combattimento della fede” e non già con una condizione depressiva patologica, che riguarda ambiti clinici che non sono di nostra competenza.
La Bibbia affronta molte volte il problema della depressione spirituale, al punto che dovremmo, credo, anzitutto rivedere il nostro concetto di nuova vita in Cristo. In che senso? Nel senso che dobbiamo affrontare come primo punto e con estrema franchezza, che tutti i credenti sono soggetti a momenti, e a volte anche a lunghi periodi, di profondo smarrimento, in cui la vitalità e l’esuberanza cristiana lasciano spazio alla tristezza e alla vacuità; in altre parole l’essere una nuova creatura in Cristo non ci preserva da questi combattimenti interiori, ma ci offre la via per uscirne sempre vincitori.
Il senso di vuoto, che è tipico della depressione spirituale, è per il cristiano uno degli aspetti più tristi e demoralizzanti, che crea dubbio e sconcerto. Laddove la vitalità di Cristo dovrebbe scaturire come da una fonte, troviamo invece apatia e tristezza. Se non si affrontano con equilibrio e conoscenza questi momenti saremo facile presa del tentatore, che potrà insinuare dubbi di ogni genere nella nostra mente, facendoci sprofondare ancora di più nello sconforto.
Non meravigliamoci dunque se la depressione spirituale bussa alla nostra porta, grandi servitori prima di noi l’hanno combattuta, quel che importa e sapere come risponderle Nell’affrontare questo importante argomento seguiremo sempre uno schema preciso: valuteremo prima gli insegnamenti biblici e poi scenderemo ad analizzare gli esempi che la Bibbia o la vita stessa ci offre. Molti di noi sono portati a confrontarsi sempre con gli esempi pratici quando hanno un problema; questo però non è saggio se non abbiamo prima ben chiaro l’insegnamento della Bibbia. Solamente alla luce di quest’ultimo, infatti, potremo correttamente valutare e applicare alla nostra vita le esperienze degli altri.
La necessità di affrontare questo argomento
È importante far luce su questo problema principalmente per far fronte alla sofferenza che questo causa al credente che ne è afflitto:
“Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto fiacca le ossa” Proverbi 17:22.
Le afflizioni dello spirito tolgono il piacere ad ogni aspetto della nostra esistenza. Oltre a ciò non dimentichiamo che la nostra eredità in Cristo è una vita esuberante e noi non vogliamo rinunciare a quanto il Signore ci ha acquistato a così duro prezzo sulla croce.
Del resto, e questa è la seconda importante ragione per affrontare il problema della depressione spirituale, non v’è nulla di più sconsolante e di controindicato per la sana testimonianza cristiana di un credente spento e privo di gioia. La vera testimonianza della realtà e dello splendore dell’opera che Cristo può fare negli uomini siamo noi! Nulla è più efficace di una vita esuberante per trasmettere Cristo a chi ancora non lo conosce. Niente è più deleterio per il messaggio cristiano di un credente che da l’idea che la sua fede sia qualcosa di triste e cupo.
Affronteremo ora sintomi cause e rimedi in senso generale, per afferrare l’argomento nel suo insieme, e nel corso dei successivi studi ci rivolgeremo ad un’analisi più dettagliata che ci permetterà di applicare le soluzioni che la Parola di Dio ci insegna, alla nostra vita ed al nostro bisogno in particolare.
I sintomi
I sintomi credo che ciascuno di noi, almeno in parte, li conosca per esperienza. Il Salmo 42 ce ne dà un esempio perfetto: tristezza, inappetenza, pianto, angoscia, ansia, timore, afflizione, sconforto, scoraggiamento, sfiducia, infelicità, inquietudine… E tutto ciò sembra essere scritto a caratteri cubitali sul volto di chi li vive. Ma grazie a Dio se il salmista riesce a descrivere così egregiamente l’animo afflitto dalla depressione, ci fa anche intravedere nei versi 5 e 11 la soluzione: “Perché t’abbatti anima mia? perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; Egli è la mia salvezza e il mio Dio”.
Le cause
L’essere introversi può più facilmente indurci in uno stato depressivo, perché avere lo sguardo perennemente ed insistentemente rivolto a noi stessi, ci spinge ad una analisi di ciò che siamo, pensiamo e facciamo che può assumere connotazioni morbose. Ciò che dovrebbe essere una sana analisi del nostro stato interiore, come del resto la Bibbia ci suggerisce di fare, può, nei soggetti introversi, tramutarsi in una accusa rivolta a noi stessi, in un disagio esistenziale o nell’incapacità di perdonarsi.
Un sano esame di coscienza è cosa giovevole, ma avere lo sguardo continuamente rivolto in noi stessi può farci scivolare in uno stato morboso che apre la via alla depressione spirituale.
Ciò che ci prefiggiamo con questo studio non è l’analisi della depressione così come la psicanalisi ce la presenta, non è questo il nostro scopo e neppure avremmo le competenze per affrontare un tale argomento da questo punto di vista. Quello che ci preme è invece capire lo scoraggiamento il disorientamento e l’infelicità che colgono i credenti per brevi o lunghi periodi nel corso della loro vita. Come il Salmo 42 ci dimostra, non è vero che il credente sia esente dall’afflizione o dalla depressione spirituale. Essa è infatti strettamente correlata, come avremo modo di vedere ampiamente, alla fede. Per questo sin dalle prime pagine vogliamo sottolineare che lo studio affronterà lo scoraggiamento, l’afflizione, il turbamento. l’angoscia e tutti quelle condizioni spirituali che sono però correlate con “il buon combattimento della fede” e non già con una condizione depressiva patologica, che riguarda ambiti clinici che non sono di nostra competenza.
La Bibbia affronta molte volte il problema della depressione spirituale, al punto che dovremmo, credo, anzitutto rivedere il nostro concetto di nuova vita in Cristo. In che senso? Nel senso che dobbiamo affrontare come primo punto e con estrema franchezza, che tutti i credenti sono soggetti a momenti, e a volte anche a lunghi periodi, di profondo smarrimento, in cui la vitalità e l’esuberanza cristiana lasciano spazio alla tristezza e alla vacuità; in altre parole l’essere una nuova creatura in Cristo non ci preserva da questi combattimenti interiori, ma ci offre la via per uscirne sempre vincitori.
Il senso di vuoto, che è tipico della depressione spirituale, è per il cristiano uno degli aspetti più tristi e demoralizzanti, che crea dubbio e sconcerto. Laddove la vitalità di Cristo dovrebbe scaturire come da una fonte, troviamo invece apatia e tristezza. Se non si affrontano con equilibrio e conoscenza questi momenti saremo facile presa del tentatore, che potrà insinuare dubbi di ogni genere nella nostra mente, facendoci sprofondare ancora di più nello sconforto.
Non meravigliamoci dunque se la depressione spirituale bussa alla nostra porta, grandi servitori prima di noi l’hanno combattuta, quel che importa e sapere come risponderle Nell’affrontare questo importante argomento seguiremo sempre uno schema preciso: valuteremo prima gli insegnamenti biblici e poi scenderemo ad analizzare gli esempi che la Bibbia o la vita stessa ci offre. Molti di noi sono portati a confrontarsi sempre con gli esempi pratici quando hanno un problema; questo però non è saggio se non abbiamo prima ben chiaro l’insegnamento della Bibbia. Solamente alla luce di quest’ultimo, infatti, potremo correttamente valutare e applicare alla nostra vita le esperienze degli altri.
La necessità di affrontare questo argomento
È importante far luce su questo problema principalmente per far fronte alla sofferenza che questo causa al credente che ne è afflitto:
“Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto fiacca le ossa” Proverbi 17:22.
Le afflizioni dello spirito tolgono il piacere ad ogni aspetto della nostra esistenza. Oltre a ciò non dimentichiamo che la nostra eredità in Cristo è una vita esuberante e noi non vogliamo rinunciare a quanto il Signore ci ha acquistato a così duro prezzo sulla croce.
Del resto, e questa è la seconda importante ragione per affrontare il problema della depressione spirituale, non v’è nulla di più sconsolante e di controindicato per la sana testimonianza cristiana di un credente spento e privo di gioia. La vera testimonianza della realtà e dello splendore dell’opera che Cristo può fare negli uomini siamo noi! Nulla è più efficace di una vita esuberante per trasmettere Cristo a chi ancora non lo conosce. Niente è più deleterio per il messaggio cristiano di un credente che da l’idea che la sua fede sia qualcosa di triste e cupo.
Affronteremo ora sintomi cause e rimedi in senso generale, per afferrare l’argomento nel suo insieme, e nel corso dei successivi studi ci rivolgeremo ad un’analisi più dettagliata che ci permetterà di applicare le soluzioni che la Parola di Dio ci insegna, alla nostra vita ed al nostro bisogno in particolare.
I sintomi
I sintomi credo che ciascuno di noi, almeno in parte, li conosca per esperienza. Il Salmo 42 ce ne dà un esempio perfetto: tristezza, inappetenza, pianto, angoscia, ansia, timore, afflizione, sconforto, scoraggiamento, sfiducia, infelicità, inquietudine… E tutto ciò sembra essere scritto a caratteri cubitali sul volto di chi li vive. Ma grazie a Dio se il salmista riesce a descrivere così egregiamente l’animo afflitto dalla depressione, ci fa anche intravedere nei versi 5 e 11 la soluzione: “Perché t’abbatti anima mia? perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; Egli è la mia salvezza e il mio Dio”.
Le cause
- Il temperamento
L’essere introversi può più facilmente indurci in uno stato depressivo, perché avere lo sguardo perennemente ed insistentemente rivolto a noi stessi, ci spinge ad una analisi di ciò che siamo, pensiamo e facciamo che può assumere connotazioni morbose. Ciò che dovrebbe essere una sana analisi del nostro stato interiore, come del resto la Bibbia ci suggerisce di fare, può, nei soggetti introversi, tramutarsi in una accusa rivolta a noi stessi, in un disagio esistenziale o nell’incapacità di perdonarsi.
Un sano esame di coscienza è cosa giovevole, ma avere lo sguardo continuamente rivolto in noi stessi può farci scivolare in uno stato morboso che apre la via alla depressione spirituale.
- La salute fisica
Le reazioni alle benedizioni
So che di primo acchito molti di voi questa proprio non me la passeranno come possibile causa di scoraggiamento, perché, pensiamo, dovrebbe piuttosto essere motivo di esuberanza. Eppure una semplice analisi della Bibbia ci può facilmente far cambiare idea. Ricordiamo per esempio Elia dopo la vittoria sui profeti di Baal (1 Re 19), Abrahamo dopo aver sconfitto con soli trecentodiciotto servitori un esercito grandissimo, (Genesi 15). Non intendiamo affermare che questa sia una condizione normale, tutt’altro se vissuta nella giusta maniera la benedizione contribuisce all’accrescimento della nostra vitalità spirituale, tuttavia se non vigiliamo essa può esporci alla tentazione.
- Satana
Vigiliamo attentamente alla luce della Parola di Dio, perché mille sono le sue astuzie.
La mancanza di fede
L’abbiamo lasciata in ultimo non perché sia la meno importante, al contrario, essa è il fondamento della depressione spirituale. La mancanza di fede è alla base della nostra esposizione a tutto ciò che ci contrasta e combatte. Il credente che rimane incrollabile nella sua fede nella Parola di Dio non può in alcun modo venire scalfito, né dalla vita, né dalle tentazioni di Satana. Il vero problema nasce quando per la debolezza della nostra fede noi cessiamo di dare ascolto alla Santa Parola di Dio e cominciamo a volgere la nostra attenzione alla voce del nostro Io, o peggio ancora alle parole dell’avversario.
Incrollabili nella verità! Questa è la vittoria. Poiché l’incredulità è la base di ogni depressione spirituale.
Massimo Zangari
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